Intervista a Stanislao Scognamiglio, autore di “Portici Papale” 1849 – 1850 edito dalla Biblioteca S. Antonio e dalla De Porticibus

Nel libro si racconta del volontario esilio del sommo pontefice Pio IX che, durante quel periodo della sua vita, spostò, per circa sette mesi, la sua residenza a Portici.
Nella cittadina vesuviana arrivò il 4 settembre 1849, dimorando alla Reggia borbonica di via Università, nelle stanze opportunamente restaurate. Beneficiò dell’aria e delle delizie del parco circostante, sovente lusingato dalle ricorrenti attenzioni riservategli dall’eccellentissimo ospite Ferdinando II di Borbone.
Grazie alla permanenza di Pio IX, secondo l’antica affermazione “Ubi Petrus, ibi Ecclesia”, Portici assurse alla dignità di soglio pontificio. Nel corso di quest’arco di tempo il toponimo Portici risaltò in ogni punto del globo, grazie ai rapporti di Pio IX con i capi degli Stati sovrani e alle continue fittissime corrispondenze degli inviati dei maggiori giornali degli Stati italiani e stranieri: le cronache iniziavano sempre con a Portici o da Portici.
Oltre all’incessante attività del sommo pontefice Stanislao Scognamiglio nel libro se ne racconta l’affabilità. Difatti, staccandosi dalla rigida etichetta protocollare, il santo padre si intratteneva spesso a chiacchierare con quanti incontrava per strada, personale di corte o umili popolani che fossero. Con i suoi più stretti collaboratori visse momenti in piena distensione: si divertiva ad ascoltarli mentre parlavano in “napoletano”, cosa che anch’egli provò a fare senza però riuscirvi mai.